Accelerare verso l'energia pulita e
la costruzione della prima generazione di impianti di energia da
fusione basati su stellarator quasi-isodinamici (Qi) con
superconduttori ad alta temperatura. Questo l'obiettivo del
nuovo finanziamento raccolto da Proxima Fusion, la società nata
come primo spin-out dell'Istituto Max Planck per Fisica del
Plasma (Ipp) dove l'italiano Francesco Sciortino è Co-Fondatore
e Ceo. A meno di un anno dal round pre-seed di 7,5 milioni di
euro ha così raccolto altri 20 milioni in finanziamenti seed.
L'operazione sosterrà la start-up con sede a Monaco verso la
costruzione della prima generazione di impianti di energia da
fusione basati su stellarator quasi-isodinamici (Qi) con
superconduttori ad alta temperatura.
Gli stellarator Qi promettono una fonte di energia pulita,
sicura e praticamente illimitata.
"Abbiamo base a Monaco - spiega Sciortino raggiunto dall'ANSA
- perché facciamo leva sull'esperienza e i risultati del Max
Planck, e particolarmente dello stellarator W7-X, al momento lo
stellarator più avanzato al mondo, per poter andare oltre
portando avanti il sogno di chi lo ha costruito e sviluppare
nuovi sistemi per produrre e vendere energia pulita che siano
economicamente sostenibili per il mercato e contribuire a
disegnare il futuro. Vogliamo diventare il campione europeo
della fusione e auspichiamo di poter lavorare molto anche con
l'Italia".
Come sottolinea Proxima, la scienza dietro questa classe di
dispositivi di confinamento magnetico per fusione è oggetto di
ricerca da più di sei decenni; tuttavia, raggiungere condizioni
per creare energia sostenibile e commercialmente vantaggiosa con
la fusione rimane una sfida. "Siamo convinti - conclude il Ceo e
co fondatore - che il modo migliore per realizzare la fusione
sia attraverso gli stellarators. Centrali a fusione che
lavoreranno con atomi di idrogeno pesante, con potenze e densità
di energia talmente alte da rendere il paragone con i
combustibili fossili una cosa ridicola: fondendo l'equivalente
di un cucchiaino di idrogeno, la densità di energia che ne
deriva potrebbe essere simile a 11 tonnellate di carbone".
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